Diario di bordo: CUS Milano Vela Sailing Week 2022

Diario di bordo: CUS Milano Vela Sailing Week 2022

30 luglio 2022

DIARIO DI BORDO – GIORNO 1

Finire la muraglia cinese sarebbe stato meno faticoso. Venti minuti a camminare sul molo più lungo del mondo sotto il sole delle 14.00. Spoiler: la barca non era lì. Grazie Skip-Perone per essere sempre preciso con le indicazioni.

Dopo aver perso ogni liquido corporeo da ogni poro presente nel corpo umano, troviamo Jacopo & Co. seduti a mangiare qualcosa in una simil-trattoria. Ci fermiamo anche noi, e rifocillati ci avviamo verso il molo. Quello giusto, questa volta.

È arrivato il momento più odiato della vacanza: la cambusa. Un parto. Un parto per il sole cocente e un parto per la manovalanza: io, la Gnoma, Dario, il magico trio. Chissà se a fine vacanza ci tatuiamo davvero. Comunque, dopo superato le sette fatiche in due minimarket greci dove il bacon a quanto pare è verde, riusciamo a portare – e sistemare – tutto in barca. 

Check-in, ore di attesa per aspettare Marco Mine, e finalmente partiamo: ore 21.45, signore e signori. Meglio arrivare tardi che arrivare brutti, dicevano. Rotta: Navajo Bay. Dovremmo arrivare domani mattina, per l’alba, con piccola sosta a Nidri perché la barca di Marco Mine. deve raccattare qualcuno.

Come in ogni navigazione che si rispetti, il divertimento è già iniziato; un brindisi e la musica fanno il resto. Equipaggio della nostra Nutmeg (“noce moscata”), così composto:

  • Andrea Perone, lo skipper, Cucciolo per gli amici
  • Claudia Mistretta, la wonder Gnoma
  • Margherita Ceci, la sottoscritta
  • Dario Giungato, l’uomo della barca
  • Giulia Budassi, la regina dei fornelli
  • Emma Onesti, regista designata
  • Mara Marrongelli, la costumista
  • Anna Pettazzi, il medico di bordo
  • Renata Ceragno, la femme fatale

Buon vento, oggi il cielo è pieno di stelle.

31 luglio 2022

DIARIO DI BORDO – GIORNO 2

25 nodi di vento e apriamo le vele. Velocità raggiunta di 9,5 nodi. Momento di gloria non proprio meritata per il nostro skipper, che decide di infrangere ogni regola nautica per passare la barca della Isa sopravento. L’istante, immortalato dalla foto di non so chi, aumenta ulteriormente l’ego di Perone. Effettivamente in notturna tanta roba.

Le condizioni per proseguire fino a Zante non sono ottime: troppo vento, troppa onda. Ci fermiamo a Itaca, Vati.

Sveglia, colazione con calma, aspettiamo che Fede risolva un problema con l’ancora, e verso le 12.00 salpiamo per Cefalonia. Arriviamo nel tardo pomeriggio, in una piccola baietta. Verso l’ora di cena si alza il vento, e continua man mano ad aumentare. Aumentiamo anche noi le cime sopravento. Movimenti vari tra cime e tender ­– talvolta stare a pacchetto è proprio sbatti – e gli equipaggi si dividono tra chi va a dormire e chi cerca di tenersi sveglio col vino.

Dopo un “non ho mai” che diventa un “ho mai”, un mini show di Matteo e le ultime chiacchierate, andiamo a dormire.

Ah, Andrea mi chiede di spostare il SUP. Faccio tre volte il parlato perché le raffiche di vento sono davvero forti e voglio essere sicura di fare le cose fatte bene. Spoiler: non servirà. Nessuno mi ha detto che il parlato lavora solo in tensione.

1 agosto 2022

DIARIO DI BORDO – GIORNO 3

Mi sveglio e il Sup non c’è. Cado in uno stato catatonico-depressivo, convinta durerà tutto il giorno. Sono le 7 del mattino e le vespe ci stanno assalendo; ci muoviamo per interrompere il loro banchetto, prima che mangino anche noi. A dire il vero Dario viene punto, ma dettagli. Sarà il karma.

Salpiamo, rotta Zante. Dopo venti minuti di navigazione, Giulia vede il Sup in lontananza e mi svolta la giornata. Posso tornare a sorridere. Lo skipper dice che arriveremo alle Blue Cave tra tre ore e mezza.

Dopo essere andati un po’ a farfalla per fare i fighi – o i coglioni, come dice Fede, che deve avere sempre qualcosa da ridire – arriviamo. Blue Cave bellissime, meravigliose. Ci andiamo col tender. Torniamo col tender, e un copertone. Il copertone di un camion. Era sul fondo di una grotta, Dario e Andrea hanno pensato che in fondo arruolarsi in Greenpeace non era poi male come piano b per la vita. #Savetheoceans.

Con la classica intelligenza che li contraddistingue, invece di tirarlo su al ritorno, decidono di farlo subito. Risultato: a fare il giro delle cave siamo io, Renata, Anna, Perone, Dario e uno pneumatico enorme. E l’acqua, visto che praticamente stiamo andando a fondo. Dopo un po’ di bestemmie e un marinaio in rivolta causa pipì di Perone, per poco non ci ribaltiamo. Non si sa bene come, riusciamo a tornare alla barca sani e salvi. Aperitivo perché sì, e poi via verso San Nicola.

Quando arriviamo è quasi ora di cena. Mangiamo (non troppo bene) alla taverna del porto, e Matteo non ci fa mancare uno dei suoi spettacoli. Finisce per far ballare tutta San Nicola (che a dire il vero non è che sia iper popolata ecco), bambini compresi. Viva Dimitri (il proprietario, ndr.). Breve passeggiata (in cinque minuti è finito il paese, per l’appunto) e tutti a nanna. Domani l’idea è di salpare alle 4.00, arrivare a Navajo Bay e alle 7.00 ripartire verso Cefalonia, evitando le pizze in faccia tra onde e vento del canale, che a quanto pare verso le 12-13 sono assicurate. Giornatina intesa: meglio andare a dormire.

Ah, quasi dimenticavo: c’è un micio minuscolo che si aggira per la banchina. È carino carino, bianco e nero. Emma e Dario hanno avviato un dibattito sul nome: lui dice “Agostino”, lei gli dice che fa schifo e propone “Agos”, perché fa più greco. Non ha tutti i torti.

2 agosto 2022

DIARIO DI BORDO – GIORNO 4

Ci svegliamo che sono le 7.00. Gli skipper erano troppo stanchi, non se la sono sentita di andare. Facciamo colazione con tranquillità, quindi salpiamo verso Cefalonia. Calma piatta per tutta, e dico tutta, la navigazione: delle famose pizze in faccia, nemmeno l’ombra. Se potevamo andare tranquillamente al relitto? Assolutamente sì. Anyway.

Dopo una splendida e difficilissima pasta col tonno preparata dal nostro skipper, arriviamo ad Agya Sofia. Dario fa più cardio ora che in tutto l’anno per mettere le cime a terra di tutta la flottiglia. È una baietta davvero carina, il sole bacia una piccola spiaggia sulla sinistra. Una capretta nera viene a salutarci – o ad insultarci: non capiamo il caprino – e la Gnoma decide che si chiamerà “Greek” e che se la porterà a casa. I suoi desideri tuttavia, non verranno esauditi.

Dopo un po’ di bagni, foto varie e un risottino preparato dalla nostra mitica cuoca, la serata si trasforma in una serata vivacissima di cui la nostra barca è capofila. Finiamo, su richiesta di Perone, a fare il bagno di mezzanotte. Un paio d’ore a cazzeggiare e poi tutti a letto.

Il vento si è alzato, raddoppiamo le cime a terra. Stasera si dorme freschi.

3 agosto 2022

DIARIO DI BORDO – GIORNO 5

Rotta verso Paradise Bay, ma passando per Fiscardo decidiamo di fermarci a prendere un caffè. Siamo ancora un po’ tutti catafratti dalla sera prima. Ormeggiamo praticamente sul tavolo del ristorante. Tempo di trovare dove buttare la spazzatura, un tabacchino e un supermercato, ed è già ora di andarsene. Niente caffè: sono troppo lenti.

Navighiamo verso Paradise Bay, arriviamo poco prima di pranzo. Cime a terra un po’ precarie causa condizioni, ma tanto stiamo poco. Bagnetti, pranzo, caffè ed è già ora di andare.

Andando via ci giochiamo uno dei quattro jolly del mazzo: filiamo via velocissimi, di vento ce n’è parecchio, e per poco non prendiamo l’ancora di Marco con timone e deriva. Qualcuno ci ha guardato dall’alto.

Veleggiamo un bel po’, finché non ci fermiamo in una baia sopra Frikes, intorno alle 17.00. Scendiamo in spiaggia, dove becchiamo una tavernetta minuscola. Decidiamo di fare aperitivo – il secondo, perché il primo già era stato fatto in barca; e infatti quando ci sediamo al tavolo già siamo belli brillanti – con patatine, souvlaki e vino. Vino non propriamente sublime. Ma tanto a noi va giù tutto.

Torniamo in barca che siamo cotti. Serata tarocchi (quasi) per tutti: grazie Emma per leggermi ogni volta la vita, anche se non so bene se sto peggio o meglio di prima. Nel dubbio, dormiamoci sopra. Oggi va così.

4 agosto 2022

DIARIO DI BORDO – GIORNO 6

Ci svegliamo alle 8.00 e salpiamo verso Atokos. L’idea di Andrea era di arrivare dall’altra parte dell’isola, ma quando arriviamo il posto ci piace talmente tanto che decidiamo di andare a fare un bagno. Davanti agli occhi uno strapiombo roccioso eroso da secoli di agenti atmosferici. È tutto un’onda di bianchi, grigi e rossicci. Poi, giù di sotto, l’azzurro. Che potenza la natura.

Dovevamo fermarci un’ora massimo, finiamo per rimanerci fino al pomeriggio. Giuro, un paradiso terrestre. Ci mettiamo a pacchetto con Fede, ma dopo poco dobbiamo staccarci causa onde improvvise. Le barche che arrivano qualche ora dopo fanno lo stesso errore, solo che a loro non va di culo: gli alberi si scontrano, le crocette di prendono in pieno. Ahia.

Dopo pranzo tocca lasciare quel paradiso: rotta verso Meganisi. Arriviamo che sono le 18.00. Una piccola baia dove non c’è nulla, fuorché una barca meravigliosa: è tutta in legno, bianca e color miele. È italiana, porta bandiera veneziana, il leone di San Marco sventola fiero su sfondo rosso. Quanta eleganza.

Cena di share perché siamo un po’ a corto di cambusa. Qui non sono particolarmente carichi, così ci spostiamo sulla barca della Isa, da Napo, che è sempre una garanzia. La serata finisce con la Gnoma che segue il consiglio dei tarocchi e va tra le braccia di un 34enne, Mara che realizza finalmente il suo sogno di passare una serata con Capitan Spesso, Jacopo che conquista Greta, e Perone che ormai fa coppia fissa con Anna. Dario, dopo aver dato spettacolo con la musica di Capitan Fumo e aver molestato un po’ di gente, collassa. Buona notte.

5 agosto 2022

DIARIO DI BORDO – GIORNO 7

Ultimo giorno per mare, stasera si dorme in porto. E già l’umore non è dei migliori: il fine vacanza è troppo vicino. La sottoscritta ha un mini disguido con Skip-Perone, famoso per avere l’empatia e la delicatezza di un rinoceronte. Umore ancora più nero.

Nonostante le mie assillanti richieste di fare il giro dell’isola, non vengo ascoltata, così rimaniamo fermi in baia fino alle 14.30. Umore a questo punto nerissimo, se non scendo da questa barca scoppia una bomba (e Andrea sa bene di cosa sono capace). Decido di fare la persona matura e di scendere a terra per rischiare una bella insolazione sotto il sole di mezzogiorno e km di strada. Al mio rientro, vengo nuovamente accolta dal tatto di Skip-Perone. Certo che se a fine vacanza non ci mandiamo a fanculo non siamo contenti (Cfr. il docciagate dell’anno scorso).

Arriviamo in porto verso le 18.00. Doccia, check-out con dei charter davvero simpatici – e Dario per poco non si faceva sgamare a fare le avance alla moglie del charter – e poi pronti per la cena. Noi pronti, perché il ristorante invece mica tanto. Dopo aver aspettato i secoli, alle 23.00 ci sediamo e alle 24,00 riusciamo ad addentare qualcosa. Il cibo placa la fame, ma non l’amore di Matteo per Renata, che le dedica una se-Renata.

Passeggiata sul molo, e la serata finisce un po’ così, tra una chiacchiera e l’altra. Siamo tutti un po’ provati ma molto divetiti e soddisftti dalla vacanza.

Buonanotte ciurma, è stato bello. Alla prossima estate. E fino ad allora: fate buon vento.


Grazie a Margherita Ceci per aver condiviso con noi il tuo diario di bordo personale !!